Riassunto della giornata di mercoledì 11.4

Mercoledì 11 aprile si è tenuta una mezza giornata dedicata ai docenti e agli attori del sistema educativo/formativo. Alla giornata hanno partecipato circa 60 docenti, ricercatori e quadri di tutti gli ordini scolastici: scuole comunali, medie, medio superiore, professionali e delle scuole terziarie universitarie.

Il pomeriggio è iniziato con una relazione del Professore Paolo Maria Ferri dell’Università Bicocca di Milano. Il professore Ferri ha illustrato come la digitalizzazione abbia modificato la trasmissione del sapere utilizzando una metafora del rubinetto e della cascata. Se prima con il libro il sapere veniva trasmesso da uno a molti come le gocce di un rubinetto che cadono una dopo l’altra, con l’avvento delle tecnologie e della digitalizzazione oggi siamo sommersi di informazioni e di sapere come se fossimo sotto una cascata. Inoltre questo sapere almeno alle nostre latitudini è accessibile a tutti in ogni momento e ovunque. Questo ha delle implicazioni anche per il mondo della scuola: la scuola è portata a ripensare le proprie modalità di trasmissione del sapere. Il professore Ferri nella sua relazione ha portato tre aspetti su cui la scuola può ripensare le proprie pratiche: le metodologie di trasmissione del sapere dove viene auspicata una pluralità di metodologie che rendono lo studente attivo e lo portano a collaborare con i propri pari; la modifica dei linguaggi utilizzati che devono tener conto dei cambiamenti portati dalla società; e la modifica degli spazi in cui avviene la formazione, che vanno ripensati come spazi dove la collaborazione e la discussione vengono favorite.

Dopo la relazione i partecipanti hanno avuto l’occasione di seguire due sessioni di workshop su tematiche inerenti alla digitalizzazione nelle scuole. I workshop, proposti dalla SUPSI, dall’USI, dallo IUFFP e dal CERDD, presentavano diverse esperienze svolte nelle scuole e negli istituti universitari Ticinesi. Sono state presentate per esempio delle attività che permettono di collegare classi di regioni e di lingue diverse per lavorare assieme su progetti condivisi e per sviluppare le competenze linguistiche. Oppure è stata presentata l’esperienza delle scuole medie di Chiasso e di Stabio dove hanno introdotto la stampante 3D e l’artigianato digitale. È stata inoltre presentata l’esperienza nel campo della robotica educativa che si porta avanti in diverse scuole del cantone e che ha come obiettivo lo sviluppo del pensiero computazionale e di competenze nell’ambito della programmazione. Questi ultimi due punti sono ritenuti fondamentali per la società odierna e futura tanto che nel rapporto sul futuro della Svizzera digitale di economiesuisse si raccomanda che alla fine della scuola dell’obbligo ogni allievo dovrebbe possedere delle competenze di base di pensiero computazionale e di programmazione. Sono stati presentati inoltre diversi itinerari per l’educazione ad un uso consapevole delle tecnologie, tema che oggi è molto sentito e su cui la scuola è chiamata ad intervenire. Poi possiamo citare la sperimentazione del modello flipped classroom avvenuta in diversi corsi alla SUPSI che ha permesso di sperimentare e valutare delle forme alternative di trasmissione del sapere e di lavoro in classe oppure le forme di e-learning e i Mooc nella formazione nel campo del turismo sviluppate all’USI. Altri workshop si sono occupati di diverse piattaforme in uso nelle scuole come per esempio la piattaforma Moodle che viene utilizzata per creare una rete di docenti che collabora sulle attività didattiche o la piattaforma Realto utilizzata nelle scuole professionali. Un’altra interessante esperienza presentata dallo IUFFP è l’utilizzo dei video per l’apprendimento e non solo per lo svago grazie all’applicazione ivideo.

La giornata si è poi conclusa con una tavola rotonda, dove i vari relatori intervenuti durante il pomeriggio hanno preso posizione sul divario generazionale che divide i nativi digitali dalla generazione che li precede. Questo divario esiste? In cosa consiste? Come ci si può avvicinare? I diversi linguaggi utilizzati possono contaminarsi l’un l’altro? Questi sono solo alcune delle domande su cui i relatori hanno preso posizione.

Si è trattato sicuramente di una giornata riuscita che ha permesso di riflettere su come la digitalizzazione sta modificando i paradigmi pedagogici e le strategie d’apprendimento e su come si possano integrare le tecnologie e il mondo digitale nella formazione. I workshop hanno dimostrato che sul territorio esistono già diverse buone pratiche su come inserire la digitalizzazione nelle classi. Ora serve la volontà per far sì che queste buone pratiche non restino delle sperimentazioni isolate ma vengano diffuse su tutto il territorio.

I risultati possono essere visti qui.