Direttore regionale, Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale IUFFP, sede della Svizzera Italiana
«Quando si parla di digitalizzazione si fa riferimento a una famiglia di tecniche ben precise che consentono di passare dal trattamento analogico di un contenuto al suo trattamento digitale. Essa ha quindi a che fare con un processo di numerizzazione, fra i cui obiettivi vi è anche quello di assicurare alla conoscenza una maggiore duttilità (in termini di selezione, stoccaggio, elaborazione di un insieme o più insiemi di dati). Più in generale, il termine si riferisce alle risorse delle cosiddette tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Siamo nell’ambito di quelle che possiamo chiamare “tele-tecnologie”. Sono tutte quelle tecnologie che lavorano alla eliminazione della distanza (tele), in termini spazio-temporali. Il loro impatto antropologico è rilevante, come lo è stato in passato quello di altre tecniche. Ciò che è importante, a questo riguardo, è però capire bene quale sia la specificità di questo impatto: a livello della riorganizzazione dei nostri spazi di vita e della nostra esperienza del tempo. Ma anche a livello della riorganizzazione dei nostri processi cognitivi: che cosa cambia, che cosa rimane invariato nei meccanismi interni di apprendimento, di elaborazione della conoscenza, di memorizzazione? Dunque, a quale nuovo training cognitivo ci sollecitano le tele-tecnologie?»
Biografia
Direttore regionale della sede della Svizzera italiana dell’Istituto Universitario Federale per la Formazione Professionale. Dal 2010 presiede la Fondazione Eranos. Dal 1996 al 2000 ha co-diretto, presso gli Archivi Husserl dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, il Groupe de Recherche sur l’Ontologie de l’Histoire i cui lavori seminariali sono usciti in tre volumi presso l’editore Vrin. Nel 1998 è stato nominato privat-docent all’Università di Losanna, dove ha insegnato per un anno filosofia della cultura. Nel 1999, sempre all’Università di Losanna, ha insegnato filosofia sistematica come professore supplente e quindi, dal 2000 al 2003, epistemologia delle scienze umane, in qualità di professore invitato. Nel 2003 è stato nominato professore a contratto di etica della comunicazione all’Università dell’Insubria (Varese), dove ha insegnato fino al 2011. Tra le sue pubblicazioni: La comunicazione interrotta. Etica e politica nel tempo della Rete, 2004; L’époque de la performance insignifiante. Réflections sur la vie désorientée, 2011; Schizotopies. Essai sur l’espace de la mobilisation, 2013; Catastrofi dell’immediatezza (con S. Tagliagambe), 2016; L’architecture inefficiente (con L. Snozzi), 2016; La triste esthétique. Essai sur les catastrophes de l’immédiateté, 2018 (di prossima pubblicazione in italiano per l’editore Bollati-Boringhieri).